La primavera

La primavera
... sdegno il verso che suona e non crea (Foscolo, "Le Grazie")

sabato 23 luglio 2016

Bauman - PAURA LIQUIDA


La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente.
"Paura" è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c’è da fare.
...
La fiducia si trova in difficoltà nel momento in cui ci rendiamo conto che il male si può nascondere ovunque; che esso non è distinguibile in mezzo alla folla, non ha segni particolari né usa carta d'identità; e che chiunque potrebbe trovarsi a essere reclutato per la sua causa, in servizio effettivo, in congedo temporaneo o potenzialmente arruolabile.
Zygmunt Bauman, Paura liquida


G. Courbet, Il disperato

mercoledì 20 luglio 2016

Cesare Pavese - ESSERE QUALCUNO

- Prendi me, – le dissi. – Anch’io da ragazzo studiavo le scienze. E non sono diventato nessuno.-
- Cosa dici? Tu hai la laurea, sei professore. Vorrei saper io le cose che sai.
- Esser qualcuno è un’altra cosa, – dissi piano – Non te l’immagini nemmeno.
Ci vuole fortuna, coraggio, volontà.
Soprattutto coraggio.
Il coraggio di starsene soli come se gli altri non ci fossero e pensare soltanto alla cosa che fai.
Non spaventarsi se la gente se ne infischia.
Bisogna aspettare degli anni, bisogna morire.
Poi dopo morto, se hai fortuna, diventi qualcuno.

Cesare Pavese, Prima che il gallo canti



F.G. Menageot, Invidia taglia le ali di fama








Bauman - PROGRESSO


Progresso vuol dire molte cose e,tra queste, l’accezione più importante è quella di «promessa di benessere e comodità per rendere la vita più facile».
La maggiore facilità, unita a benessere e comodità, provoca una diminuzione delle capacità che si acquisivano in passato, spesso con fatica e sacrifici. Dimentichiamo capacità una volta indispensabili ma oggi assolutamente ridondanti.
Lo sviluppo della cultura si basa sull’apprendimento di nuove conoscenze e l’oblio di quelle vecchie.

Immaginate di dover accendere un fuoco solo con della paglia e una pietra focaia. Non lo sappiamo fare.

Zygmunt Bauman, La vita tra reale e virtuale. Meet the media guru



U. Boccioni, La città che sale

François de La Rochefoucauld - SAPER ASCOLTARE

Poche persone hanno una conversazione piacevole,
poiché ciascuna pensa più a ciò che vuole dire
che a ciò che dicono gli altri.
Bisogna ascoltare chi parla, se si vuole essere ascoltati;
bisogna lasciar loro la libertà di farsi capire
e perfino di dire cose inutili.
Invece di contraddirli e interromperli, come spesso si fa,
si deve al contrario entrare nel loro spirito e nel loro gusto, mostrare che li capiamo,
parlar loro di ciò che li riguarda,
lodare ciò che dicono se merita di essere lodato,
e far vedere che li lodiamo più per scelta che per compiacenza.
François de La Rochefoucauld, Riflessioni



Caravaggio, Medusa

Orwell - FINE DEL SENTIMENTO TRAGICO




Si rese conto che il tragico apparteneva a un tempo remoto,
a un tempo in cui ancora esistevano
la vita privata, l'amore, l'amicizia,
a un tempo in cui i membri di una famiglia vivevano
l'uno accanto all'altro senza doversene chiedere il motivo...

Oggi cose simili non sarebbero potute accadere.
Oggi la paura, l'odio e il dolore c'erano ancora,
ma non esistevano più pene profonde e complesse,
né la dignità data dall'emozione.

(G. Orwell, 1984)




Pablo Picasso, La tragedia





venerdì 15 luglio 2016

Ezra Pound - A COSA SERVE METTERLO IN VERSI?

Quando vedo come il nero inchiostro immortale
gocciola dalla mia immortale penna - ah, avanti!
Perché dobbiamo fermarci a dire quel che penso?
Vi è abbastanza in ciò che mi capita di dire.

Basta che una volta siamo stati insieme;
a cosa serve metterlo in versi?
Troviamo la primavera quando è autunno,
o raccogliamo il maggio dall'aspro vento di tramontana?

Basta che una volta siamo stati insieme;
cosa importa se il vento si è girato contro la pioggia?
Basta che una volta siamo stati insieme;
il tempo ha visto e non tornerà indietro;

E che diritto abbiamo, noi che conosciamo l'ultimo intento,
di affliggere il domani con un testamento?
(Ezra Pound, Silet,da Ripostes)



Caravaggio, San Girolamo di scrittura

giovedì 14 luglio 2016

Harper Lee - PROSPETTIVE


Voglio insegnarti un semplice trucco, Scout,
e se lo imparerai andrai molto più d'accordo con tutti:
se vuoi capire una persona,
devi cercare di considerare le cose
dal suo punto di vista ...
se vuoi capire una persona, 
devi provare a metterti nei suoi panni
e riflettere un poco.









Edvard Munch, Occhi negli occhi

Harper Lee - RESPONSABILITÀ


"Tutta al gente pensa di avere ragione
e che tu abbia torto ..."
"Hanno il diritto di pensarlo e di far valere la loro opinione,"
disse Atticus, "ma prima di vivere con gli altri,
bisogna che viva con me stesso:
la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi
al volere della maggioranza."
(Harper Lee, Il buio oltre la siepe)


J. L. David, La morte di Socrate

giovedì 7 luglio 2016

Sallustio - SMARRIRE IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE

Davvero abbiamo smarrito da tempo
il vero significato delle parole.
Profondere i beni altrui vien detto liberalità,
la spregiudicatezza nelle male azioni
è sinonimo di forza d'animo;
per questo lo Stato è caduto tanto in basso!

Sallustio, De Catilinae coniuratione, 52,11

V. Camuccini, Morte di Cesare

Pasolini - DIGNITÀ

Penso che sia necessario educare le nuove generazioni
al valore della sconfitta. Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di avvertire
una comunanza di destino,
dove si può fallire e ricominciare
senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale,
non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti,
di prevaricatori falsi e opportunisti,
della gente che conta, che occupa il potere,
che scippa il presente, figuriamoci il futuro,
a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente
preferisco di gran lunga chi perde.
È un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere
piuttosto che vincere con modi sleali e spietati.
Grave colpa da parte mia, lo so!
E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa,
di considerarla quasi una virtù.
(P.P.Pasolini, da un'intervista del 1961 al settimanale Vie nuove)


Achille trascina il corpo senza vita di Ettore attorno a Troia.
Affresco della fine del XIX secolo nel palazzo dell'Achilleion a Corfù, in Grecia

Voltaire - COMUNICARE

Disse Martino: "Vi confesso che gettando lo sguardo su questo globo, o meglio su questo globulo, penso che Dio lo abbia abbandonato a qualche essere malefico ... dappertutto i deboli odiano i potenti davanti ai quali strisciano e i potenti li trattano come greggi di cui si vende la lana e la carne...
I dolori segreti sono ancora più crudeli delle miserie pubbliche..."
"Eppure esiste il bene", ribatteva Candido.
"Può essere", diceva Martino, "ma non lo conosco".

Discussero quindici giorni di seguito, e in capo a quindici giorni erano allo stesso punto del primo.
Ma dopo tutto parlavano, si comunicavano le proprie idee, si consolavano.
(Voltaire, Candido)


Risultati immagini per
P. Cezanne, I giocatori di carte

martedì 5 luglio 2016

La bellezza dell'imperfezione

Ci ho messo tempo a capire e ce ne vorrà per sempre.
Capire dove tu fossi,
dietro quale lettera della parola disabilità
ti stessi nascondendo,
con quale ti fossi armato
per portare avanti la tua vita,
in un mondo che non ha proprio
la forma della promessa.
... Ma il più grande contraltare di bellezza
al gravare della disabilità, sei stato e sei tu stesso.
Quale canone dovettero inventarsi gli antichi,
che stesse lì a fondare il normale,
se poi tutto ciò che ha saputo rivelare la normalità
è stata la sua assenza?
Una Nike senza testa ma con le ali,
una Venere senza le braccia,
un Mosè sfregiato.
E il corpo di Frida Kahlo trapunto di ferro
come fanno le stelle con il cielo.
In questo esatto senso io dico che tu
con il tuo passo incerto,
con il tuo occhio sghembo, la parola tua attorcigliata,
sei l'essenza del quadro.

Da ragazza, quando pensavo che tutto il nostro impegno
sarebbe dovuto essere di modellare la vita
sulla misura conosciuta,
percepivo già, come un rumore sordo,
remoto ma costante,
che i meccanismi del mondo
non giravano per tutti ben oleati.

(Valeria Parrella, Tempo di imparare)



domenica 3 luglio 2016

Questione di "tocco"


Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore,
diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro ... Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato
in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo. ... Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno,
purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima
in qualcos'altro che porti poi la nostra impronta.
La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato
e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva...

Ci è stato assegnato un breve spazio sulla terra
e sopravviviamo in quelle solitudini selvagge
che possono riprendersi quanto hanno dato
con la stessa facilità con la quale alitano
il loro fiato su di noi.
... Se ci dimentichiamo quanto siano vicine la notte,
e le selvagge solitudini, diceva sempre il nonno,
qualche giorno il deserto verrà a prenderci.

... Il nonno ha lasciato il suo tocco si di me.

(Ray Bradbury, Fahrenheit 451)


Auguste Rodin, La mano di Dio

Scolpisci la tua statua



Se non vedi ancora la tua propria bellezza,
fai come lo scultore di una statua che deve diventare bella:
toglie questo, raschia quello,
rende liscio un certo posto, ne pulisce un altro,
fino a far apparire il bel volto nella statua.
Allo stesso modo anche tu togli tutto ciò che è superfluo,
raddrizza ciò che è obliquo,
purificando tutto ciò che è tenebroso per renderlo brillante,
e non cessare di scolpire la tua statua.

Plotino, Enneadi, III sec. a.C.






 Io credo che ci sia una sola cosa da fare:
scoprire il compito per il quale siamo nati
e portarlo a termine il meglio possibile.

Muriel Barbery, L'eleganza del riccio


Esercizi spirituali





Fare il proprio volo ogni giorno!
Almeno un momento che può essere breve, purché sia intenso. Ogni giorno un "esercizio spirituale",
da solo o in compagnia di una persona
che vuole parimenti migliorare.
Esercizi spirituali.
Uscire dalla durata.
Sforzarsi di spogliarsi delle proprie passioni,
delle vanità, del desiderio di rumore intorno al proprio nome
(che di tanto in tanto prude come un male cronico).
Fuggire la maldicenza.
Deporre la pietà e l'odio.
Amare tutti gli uomini liberi.
Eternarsi superandosi. 
Questo sforzo su di sé è necessario,
questa ambizione giusta.
Numerosi sono quelli che si immergono interamente
nella politica militare,
nella preparazione della rivoluzione sociale.
Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione,
se ne vogliono rendere degni.
                                            (Georges Friedman, La puissance et la Sagesse)





Leggerezza


E’ buio perché ti stai sforzando troppo.
Con leggerezza, bimba, con leggerezza.
Impara a fare ogni cosa con leggerezza.
Sì, usa la leggerezza nel sentire,
anche quando il sentire è profondo.
Con leggerezza lascia che le cose accadano,
e con leggerezza affrontale.
Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi.
Sei circondata ovunque da sabbie mobili,
che ti risucchiano i piedi,
che cercano di risucchiarti nella paura,
nell'autocommiserazione e nella disperazione.
Ecco perché devi camminare con leggerezza.
Con leggerezza, tesoro mio.
(Aldous Huxley, L'isola)




Nei momenti in cui il regno dell'umano
mi sembra condannato alla pesantezza,
penso che dovrei volare ...
Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale.
Voglio dire che devo cambiare il mio approccio,
devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica ...
Le immagini di leggerezza che io cerco
non devono lasciarsi dissolvere come i sogni
dalla realtà del presente e del futuro...
(Italo Calvino, Leggerezza, in Lezioni americane)



M. Chagall, La femme au coq rouge


Notte stellata


Era una notte meravigliosa,
una di quelle notti che possono esistere
solo quando sei giovane, caro lettore.
Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso,
che a guardarlo veniva da chiedersi:
è mai possibile che vi sia sotto questo cielo
gente collerica e capricciosa?
(F. Dostoevskij, Notti bianche)


Van Gigh, Notte stellata

sabato 2 luglio 2016

K. Marx - Segnali di confine



Caro padre, 
vi sono momenti, nella vita, che, come segnali di confine,
concludono un periodo
ormai trascorso,
ma al tempo stesso indicano con certezza una  nuova direzione.
In simili momenti di transizione sentiamo il bisogno
di contemplare con l'occhio
d'aquila del pensiero
il passato e il presente, per arrivare così
alla coscienza della nostra reale situazione.

... Avevo trascurato la natura, l'arte, il mondo
ed allontanato gli amici...

Un sipario era caduto, il mio sacrario era spezzato,
e nuovi dei dovevano essere insediati.
Dall'idealismo giunsi a cercare l'idea nella realtà stessa.

Se prima gli dei avevano abitato al di sopra della terra,
ora ne erano divenuti il centro.

Karl Marx, Lettera a padre, 1837



G. Courbet, Gli spaccapietre