Il docente di didattica della New York University ci mise in guardia sul nostro futuro di insegnanti e disse che la prima impressione è cruciale. (...).
La classe vi valuterà e deciderà cosa fare di voi. Credete di avere in mano le redini della situazione? Pensateci bene. Quei ragazzi sono come dei missili a ricerca termica; quando cominciano a darvi la caccia seguono un istinto primordiale. Lo sapevate, no?, che è compito dei giovani sbarazzarsi di chi è più anziano di loro per fare spazio sul pianeta. (...).
Non mi ero mai reso conto che l'insegnamento potesse essere una cosa così complicata.
È impensabile insegnare, disse, se uno non sa dove collocarsi fisicamente. L'aula può diventare tanto un campo di battaglia quanto un campo da gioco. Ed è indispensabile sapere chi siete. (...)
Trovavo fantastico che uno potesse salire su quella piccola pedana col podio e la cattedra e che parlasse per un'ora mentre la gente prendeva appunti. (...).
Ero molo colpito. Non avevo mai pensato che entrare in un'aula implicasse tutte quelle cose. Pensavo che per insegnare bisognasse semplicemente dire agli alunni quello che si sapeva, poi li si esaminava e gli si dava un voto. Adesso scoprivo che la vita di un insegnante poteva essere piuttosto complicata e guardavo ammirato quel docente che sapeva tutto della materia.(...).
... AL TERMINE DELLA CARRIERA
Una giovane supplente venne a sedersi accanto a me alla mensa dei professori. A settembre avrebbe avuto una cattedra sua, potevo darle qualche consiglio?
Scopri cos'è che ti piace e fallo; alla fin fine il succo è questo. Ammetto che insegnare non mi è sempre piaciuto. Mi sentivo inadeguato. In aula sei da solo, sei una persona sola che ogni giorno deve affrontare cinque classi, cinque classi di teenager. Un'unità di energia contro centosettantacinque bombe a orologeria. Devi vendere cara la pelle. Magari gli sei simpatico, magari ti vogliono addirittura bene, ma loro sono giovani e il mestiere dei giovani è cacciare via i vecchi dal pianeta. (...) Se resisti, però, impari i trucchi. È difficile, ma in classe devi creare le condizioni per sentirti a tuo agio. Devi essere egoista. (...).
La classe è un teatro di intense vicende. E tu non saprai mai cos'hai fatto alle centinaia di ragazzi o per le centinaia di ragazzi che vanno e vengono. Li vedi uscire dall'aula trasognati, abbattuti, strafottenti, entusiasti, sorridenti, perplessi. Dopo qualche anno ti crescono le antenne. Capisci quando hai fatto breccia o te li sei alienati. È alchimia. È psicologia. È istinto animale. (...).
La partita è fra te e i ragazzi.
Oh, ecco la campanella. Ci vediamo dopo.
Scopri cos'è che ti piace e fallo.
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