La primavera

La primavera
... sdegno il verso che suona e non crea (Foscolo, "Le Grazie")

mercoledì 3 gennaio 2024

B. Brecht, Piaceri

 

Piaceri 

Il primo sguardo dalla finestra al mattino                                

il vecchio libro ritrovato

volti entusiasti

neve, il mutare delle stagioni

il giornale

il cane

la dialettica

fare la doccia, nuotare

musica antica

scarpe comode

capire

musica moderna

scrivere, piantare

viaggiare

cantare

essere gentili.

Bertolt Brecht, Piaceri 1954/55

 

C’è un episodio della vita di Brecht che bisogna conoscere per capire fino in fondo Piaceri. Nel 1916, mentre in Europa infuria la Grande Guerra, generata di nazionalismi feroci, in un commento al verso oraziano dulce et decorum est pro patria mori, un Brecht giovanissimo prende una netta posizione contro le politiche nazionalistiche del suo tempo, contro le morti eroiche: sottolinea che tali affermazioni sono solo frutto di vuota propaganda, vengono in genere pronunciate da che si sente lontano dalla morte. E quando invece la fine si avvicina tutti questi eroi gonfi di parole, non esitano invece a darsi alla fuga, proprio come fece Orazio, che nella battaglia di Filippi scappò e abbandonò lo scudo, per poi diventare poeta di corte, entrando a far parte del circolo augusteo coordinato da Mecenate: Brecht condanna Orazio per la sua collaborazione con un princeps liberticida e lo definisce – certamente esagerando – il grasso giullare dell’imperatore.

Per questo episodio Brecht rischiò l’espulsione dalla scuola, in cui rimase solo grazie all’intervento di persone influenti che chiesero l’archiviazione del fatto.

Nel tempo le posizioni politiche di Brecht si radicalizzarono fino all’aperta opposizione alle politiche naziste: fu perseguitato e esiliato. Lasciò Berlino.

Tutta la poesia di Brecht risente del suo forte impegno politico. Quindi Piaceri sembra un componimento insolito, non solo perché non ha un messaggio politico, ma – alla luce di quanto sappiamo della sua esplicita condanna di Orazio – recupera proprio dal poeta latino che da giovane aveva tanto condannato, l’invito a cogliere l’essenza della vita nelle gioie quotidiane. Orazio, infatti, nel carme 11 – il noto carme del Carpe diem – invita con una semplice metafora, la giovane Leuconoe a flitrare il vino, ad andare cioè all’essenza delle cose, a ristabilire la gerarchia dei valori, a dare senso al nostro tempo, alla nostra esistenza.

Alcuni dei piaceri indicati da Brecht attraverso la tecnica dell’elencazione di parole-verso (o solo nomi o solo verbi) fanno riferimento al concetto di rinascita, anche se in senso metaforico.

-         Il primo sguardo dalla finestra al mattino: il nuovo giorno e la prospettiva con cui lo guardiamo ci predispone verso quotidiane rinascite, ripensamenti, riappropriazioni di noi stessi, di particolari che ci erano sfuggiti.

-         Il vecchio libro ritrovato: ogni lettura è sempre una rinascita, perché leggendo viviamo le vite degli altri e in loro riconosciamo una parte di noi. Poi, in particolare, in un vecchio libro riscopriamo sottolineature e note del passato, attraverso le quali scopriamo i nostri cambiamenti, le nostre rinascite, le nostre nuove riletture, diverse interpretazioni.

-         Il mutare delle stagioni: la vita è un eterno rysmos diceva Archiloco nel VII sec. a. C. e dopo ogni inverno c’è sempre un’estate che rinasce, dopo il buio della notte il sole sorge ancora. Dal dolore bisogna saper rinascere.

-         Essere gentili: questa è la vera rivoluzione per una rinascita non solo individuale, ma collettiva, la rivoluzione della gentilezza è quella che potrà dare nuova forma al mondo.

In una società ormai preda di conflitti e radicalizzazioni estreme, essere gentili vorrà dire “lasciare che l’altro sia”, evitare le istintive prevaricazioni e egolatrie, capire che la gentilezza comincia dalle cose semplici, dalle parole, quelle che dobbiamo saper ascoltare, quelle che dobbiamo saper selezionare, quelle non dobbiamo dire perché il silenzio a volte è una scelta migliore: come diceva ancora Orazio, nescit vox missa reverti, una parola ormai pronunciata non può più tornare indietro, lascia ferite che nessun rimorso potrà sanare.

Nell’imparare a essere gentili è la rinascita di un’umanità nuova.

 


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