Quando conto i colpi dell’orologio che conta le ore
e vedo il giorno superbo che affonda nella notte odiosa,
quando osservo la violetta a fine primavera,
e i riccioli biondi inargentati di candore;
quando vedo alberi immensi denudati delle foglie
che erano state il baldacchino dei greggi durante l’estate,
e il grano verde dell’estate tutto legato in fasci
portati su carri di spighe pungenti:
allora m’interrogo sulla tua bellezza,
perché tra i guasti del tempo tu dovrai passare,
perché dolcezze e bellezze disertano se stessi:
la loro morte ha il ritmo di ciò che cresce intorno a loro,
e nulla può difenderti dalla falce del Tempo
se non un figlio, che gli tenga testa quando lui ti prenda.
W. Shakespeare
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.