"Il Governatore alzò le spalle
- Qui non ci è permesso l’uso delle vecchie cose.
- Anche quando sono belle?
- Soprattutto quando sono belle. La bellezza attira, e noi non vogliamo che la gente sia attirata dalle vecchie cose. Noi vogliamo che ami le nuove.
- Ma le nuove sono tanto stupide e orribili … Perché non fate leggere Otello?
- Ve l’ho detto, è vecchio. D’altra parte non lo capirebbero (…)
- Perché no?
- Perché il nostro mondo non è il mondo di Otello. (…)
Il Selvaggio restò un momento in silenzio.
- Nonostante tutto Otello è una bella cosa.
- Certo, ammise il Governatore – ma questo è il prezzo con cui dobbiamo pagare la stabilità. Bisogna scegliere tra la felicità e ciò che una volta si chiamava la grande arte. Abbiamo sacrificato la grande arte. (..) Tutto pur di vivere tranquilli. (...)
- Ciò di cui avete bisogno - riprese il Selvaggio - è qualche cosa che implichi il pianto.
- È per questo che abbiamo reso obbligatorie le cure S.P.V.
- Cosa? – fece il Selvaggio che non capiva - S.P.V. ?
- Surrogato di Passione Violenta. È l’equivalente fisiologico della paura e della collera. Tutti gli effetti tonici dell’uccisione di Desdemona e del fatto che è uccisa da Otello, senza nessuno degli inconvenienti.
- Ma io amo gli inconvenienti
- Noi no – disse il Governatore – noi preferiamo fare le cose con ogni comodità
- Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.
- Insomma – disse Mustafà Mond – voi reclamate il diritto di essere infelice.
- Ebbene, sì - disse il Selvaggio in tono di sfida – io reclamo il diritto di essere infelice."
(A. Huxley, "Il mondo nuovo")
***
I mercanti della politica
I mercanti della politica fanno appello solo alla debolezza dei votanti, mai alla loro forza potenziale. essi non cercano di portare le masse, attraverso l'educazione, alla capacità d'autogoverno; a loro basta manipolarle e sfruttarle. (...)
Il candidato deve essere bello, in qualche modo, o virile o paterno. Deve saper intrattenere il pubblico senza annoiarlo. Il pubblico, avvezzo alla televisione e alla radio, vuole lasciarsi distrarre, e non ama che gli si chieda di concentrarsi, di compiere una lunga fatica intellettuale. Perciò i discorsi del candidato-attore devono essere brevi e scattanti. I grandi problemi del momento devono essere liquidati in cinque minuti al massimo; magari (...) in sessanta secondi netti.
La natura dell'oratoria è tale che fra i politici e i chierici c'è sempre stata la tendenza a semplificare questioni complicate.
Dalla tribuna o dal pulpito anche al più coscienzioso degli oratori è difficile dire tutta la verità.
I metodi che usano oggi per vendere il candidato politico, come se fosse un deodorante, danno all'elettorato questa garanzia: egli non sentirà mai dire la verità, su niente.
A. Huxley, "Ritorno al mondo nuovo"
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